L’origine dei Tortelli Verdi si inserisce nel filone della cucina contadina tradizionale, che affonda le sue radici nel Medioevo. La pasta ripiena era spesso la soluzione ideale per dar vita a piatti golosi, grazie alla farcia che poteva variare a seconda degli avanzi della dispensa. Nelle campagne emiliane si diffuse il costume di farcire la sottile sfoglia di pasta fresca con le erbette, un ingrediente cui tutti avevano accesso e che, oltre alle classiche biete e spinaci, prevedeva l’utilizzo di molte altre erbe selvatiche come le ortiche, la borragine e la catalogna.

Le “rezdore”, massaie e regine del focolare domestico, arricchivano la farcia con abbondante Parmigiano Reggiano, così da farne un piatto nutriente, capace di saziare gli appetiti dei contadini di ritorno dai campi. A differenza della ricetta parmense, infatti, nella provincia di Reggio la ricotta è totalmente assente mentre il condimento, a base di Parmigiano Reggiano e burro fuso, è il trait d’union che accomuna tutte le varianti di questo piatto.

Protagonisti dei pranzi domenicali sulle tavole contadine, nei secoli i Tortelli Verdi hanno valicato i confini della cucina povera, entrando a tutti gli effetti nei piatti tipici della cucina regionale, tradizionalmente serviti alla Notte di San Giovanni, il 23 giugno, e durante la cena di magro della vigilia di Natale.