Dalla tradizione contadina derivano invece le ricette realizzate con ingredienti poveri come la panissa, la bagna caoda, la finanziera, ecc.
Le due anime del Piemonte, quella ricca della corte savoiarda e quella povera contadina hanno contribuito entrambe alla grande varietà di ricette della cucina piemontese. E’ quasi impossibile parlare delle ricette della tradizione piemontese senza legarle ai territori che compongono questa regione dell’Italia di nord-ovest.
Un viaggio gastronomico nella cucina piemontese ci porta così attraverso le dolci colline delle Langhe, patria delle nocciole, del tartufo e dei grandi vini; lungo le vaste pianure del vercellese, biellese e novarese vi è il regno del riso, ingrediente principe di risotti, “panissa” e “paniscia”. Se si toccano gli aspri pendii delle Alpi si ritrovano i territori dove le minoranze locali dei Valdesi o dei Walser hanno regalato alla cucina piemontese ricette di grande valore tradizionale come la zuppa dei valdesi, le cagliette, la pirrubangada e molte altre.
Non vanno dimenticate le zone dei laghi e dei fiumi in cui si può gustare ottimo pesce come la tinca gobba del Pianalto, prodotto DOP.
Una menzione speciale va poi ai formaggi: in Piemonte se ne contano più di 60 tipologie, dai più freschi tomini ai più stagionati come il brus o il gorgonzola.
Le ricette della cucina piemontese sono conosciute soprattutto per i loro sapori forti: si pensi all’aglio e alle acciughe della Bagna caoda o al profumo pungente del tartufo bianco delle Langhe che accompagna i tajarin. Questi sapori forti ben si sposano con i robusti vini rossi, come il Barbera d’Asti, o invecchiati come il Barolo.
Molte ricette storiche sono nate a Torino per poi diffondersi in tutta Italia e addirittura nel mondo, come la ricetta dei grissini o quella degli amaretti di Mombaruzzo. Fortunatamente, negli ultimi anni si stanno riscoprendo ingredienti e ricette tradizionali dimenticati da parecchio tempo come il cardo gobbo di Nizza Monferrato, il porro di Cervere o i gofri.