La pizza, si sa, è il piatto più diffuso al mondo, basti pensare che il suo nome resta immutato in tutte le lingue. L’origine di questa pietanza ha però un velo di mistero in quanto non gli si può attribuire una data di nascita prevista essendo numerose le testimonianze che la collocano in tempi remoti.
I primi segni di pizza si hanno con la schiacciata, un impasto di acqua e farina cotta su pietre roventi. La farina però non deriva dal grano ma da miglio e orzo schiacciati insieme. Gli egizi poi scoprono i processi di lievitazione naturale e con essi la possibilità di avere una schiacciata più buona e digeribile che si può cuocere in forno. Al miglio e all’orzo subentrano poi avena e farro e da quest’ultimo si arriva finalmente al frumento. Con l’avvento della farina di frumento la schiacciata si trasforma nella focaccia che entra a poco a poco a far parte del pasto quotidiano di greci, romani e pompeiani, come dimostrano i resti della cittadina affacciata al Vesuvio.
La certezza di questo piatto è tuttavia quella che è a Napoli che la pizza ha raggiunto l’eccellenza. Nonostante l’andare degli anni e la scoperta di molti ingredienti si può dire che quella che individuiamo come la pizza napoletana verace ed artigianale è certamente quella con pomodoro, mozzarella e basilico e di cui possiamo stabilirne la nascita sicuramente dopo il ‘700 ossia dopo l’importazione dei pomodori dalle Americhe.
I pomodori sono infatti l’elemento fondamentale per la preparazione della pizza verace e sono colonna portante della pizza STG (specialità tradizionale garantita). Questa particolare pizza riconosciuta a tutti i livelli può essere solo di tre tipi: Margherita (pomodoro, mozzarella fiordilatte e basilico), Margherita Extra ( pomodoro, mozzarella di bufala e basilico), Marinara (pomodoro e aglio).
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