Il capoluogo della Toscana, la città che più la rappresenta nel mondo. La sua cucina proviene dagli antichi Etruschi, come mostrato in alcuni affreschi rinvenuti, e si tramanda di generazione in generazione quasi invariata.

La Firenze medievale aveva cibi molto semplici, legati al suo territorio, prevalentemente a base di pane e verdura: la Fettunta all’aglio (pane, olio d’oliva e sale), il castagnaccio (pane di castagne con pinoli, olio d’oliva e rosmarino), le zuppe di pane (come la Ribollita e la Panzanella), e i dolci, anch’essi a base di pane, uva e talvolta con l’aggiunta di zucchero, come il Pan Ramerino di Firenze.

La crescita economica iniziò nel 1400 d.C., portando a Firenze una grande varietà di alimenti: fagioli, olio, carne Chianina, pollo, verdure, pesce di fiume e di mare (conservati grazie alla creazione di ghiacciaie sotterranee dove si produceva il ghiaccio). Con la dinastia dei Medici dal 1400 dC al 1700 dC Firenze visse un periodo fantastico, diventando la capitale del Rinascimento grazie ai tanti artisti incredibili che vi vivevano e lavoravano.

La cucina Fiorentina divenne ricca e sontuosa. Sulle tavole riccamente imbandite apparve la forchetta, circa 200 anni prima di essere utilizzata in Francia. Banchetti leggendari furono organizzati per eventi politici e molte importanti influenze provenienti da altri Paesi, in particolare dalla Francia, si mescolarono con la tradizione Fiorentina, soprattutto sulle tavole dei nobili.

Dalle Americhe un nuovo alimento entrò nella cucina Fiorentina con forza: il fagiolo. Pomodori e patate, prima considerate come piante ornamentali, ora cominciavano ad essere cucinati, e fu a Firenze che gli chef iniziarono a produrre una bevanda ghiacciata (con ghiaccio proveniente da ghiacciaie che si trovavano nei sotterranei del Giardino di Boboli) con latte arricchito con il miele, che si diffuse in tutto il mondo con il nome di “gelato”.

Verso la fine dell’800 due scrittori e buongustai, profondi conoscitori della cucina tradizionale toscana, pubblicarono alcuni importanti lavori: Pellegrino Artusi scrisse il libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, una pietra miliare della tradizione culinaria locale, e Giulio Piccini pubblicò gli “Almanacchi gastronomici di Natale”.

SOURCE: Pietro Melli, www.peterhouses.com
CREDITS PHOTO: Toscana Promozione, www.turismo.intoscana.it