Nato dalle mani di una “rezdora”, tipica massaia contadina e vera regina del focolare domestico emiliano, l’erbazzone è espressione della cultura gastronomica della provincia di Reggio Emilia. In origine il suo nome era “scarpasòun”, espressione dialettale che faceva riferimento ad una ricetta contadina che prevedeva l’uso del fusto bianco della bietola, detto scarpa. Successivamente è diventato “erbazzone” (grande torta d’erba), ad indicare chiaramente gli ingredienti base con cui è composto il suo ripieno.

L’Italia è la patria delle torte salate e delle torte di erbette. L’erbazzone si differenzia da quelle classiche per la mancanza della ricotta e per il solo utilizzo di ingredienti tipici del suo territorio natio: il formaggio Parmigiano Reggiano a lunga stagionatura e i derivati del suino pesante
utilizzato per le trasformazioni salumiere.

La sua pasta azzima che avvolge il ripieno dimostra, con ogni probabilità, una contaminazione da parte della cultura ebraica: in città, infatti, gli Ebrei erano particolarmente numerosi e ad essi si devono molte specialità culinarie locali. Il primo a metterlo in vendita fu il forno del ghetto, nel centro di Reggio Emilia. Da lì si diffuse in tutta la città e successivamente in tutta la provincia.