Oggi incontriamo Duccio Orlandini, Executive Chef di Ca’puccino a Londra che da sempre porta la tradizione culinaria italiana nel mondo.
Conosciamo meglio la sua passione per la cucina italiana.

1) Nove parole per presentarti
Cuoco prima e poi cittadino del mondo appassionato del mangiare.

2) Qual è l’episodio che ha dato vita alla tua passione per il cibo?
Senz’altro stare ai fornelli con mia madre e nel laboratorio di Pasticceria del padre del mio miglior amico quando ero bambino.

3) Che cosa facevi in Italia e perché hai deciso di partire?
In Italia facevo le stagioni, estiva all’Isola d’Elba e invernale a Cortina d’Ampezzo. Sono sempre stato una persona indipendente con la voglia di scoprire cosa nuove, mangiare, costumi e tradizioni; quindi una volta finito il militare (ai miei tempi era ancora obbligatorio) era il momento giusto per fare una esperienza all’estero. Dopo 25 anni sto ancora girando e la mia prossima tappa è Mosca.

4) Che cosa significa per te essere uno Chef italiano all’estero?
Vuol dire essere un ambasciatore della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Tutti i giorni veniamo osservati in quello che facciamo e diciamo. Le persone pensano che siccome tu sei italiano tutti gli italiani siano come te, quindi abbiamo la responsabilità di fare ed essere sempre al nostro meglio. Sono molto orgoglioso di quello che riesco a fare nel mio piccolo per mostrare di cosa siamo capaci noi Italiani.

5) Qual è la ricetta italiana che più ti rappresenta?
L’arista alla fiorentina, un piatto creato da un grande Chef fiorentino con una storia molto interessante, piatto fantastico e molto caretterisco; flessibile buono sia freddo che caldo. Se poi la potessimo abbinare a due carciofini al tegame sarebbe la fine del mondo.

6) I tre prodotti Made in Italy indispensabili per la tua cucina?
Olio extra vergine d’oliva possibilmente Toscano o Ligure, Parmigiano Reggiano 24 mesi e Farina OO.

7) Chi cucina a casa tua?
La mia bellissima compagna, una ottima cuoca!

8) Qual è secondo te il più grande luogo comune degli stranieri sulla cucina/sul cibo italiano?
Fortunatamente e sfortunatamente “Pizza e Pasta”. Senza alcun dubbio ci ha fatto conoscere al mondo intero. Adesso, pero’, la cucina Italiana e’ cresciuta e si e’ sviluppata molto da quello stereotipo iniziale ed abbiamo dei grandi Chefs riconosciuti a livello internazionale.

9) Relativamente al fenomeno “Italian Sounding”, quali potrebbero essere secondo te le soluzioni per combatterlo?
E’ un problema molto grosso, che oltre tutto ci dovrebbe far riflettere su quale potere commerciale abbia il mangiare italiano. L’Italian Sounding dovrebbe essere combatutto a livello politico con un’attiva partecipazione del governo, in particolare del Ministero delle politiche agricole, che dovrebbe tutelare la qualità, la provenienza e la genuinità del nostro prodotto in Italia, in Europa e nel mondo. Io penso, che andrebbe fatta una grande campagnia commerciale a livello mondiale per promuovere e tutelare i nostri prodotti.

10) Tre parole per descrivere il cibo italiano all’estero.
Creatività, passione e profumo.

Grazie a Duccio Orlandini.