Abbiamo incontrato lo Chef Antonino Cannavacciuolo, doppia stella Michelin con il suo ristorante Villa Crespi, che risponderà alle nostra domande e a quelle dei nostri Italian Food Ambassador.
1) Qual è l’episodio che ha dato vita alla sua passione per il cibo?
Sinceramente non posso dire che sia stato un singolo episodio, ad indirizzarmi verso la “cucina”: l’ho sempre saputo, fin da piccolo che avrei fatto cuoco…
Sono cresciuto in un ambiente familiare dove il cibo era sinonimo di aggregazione e spirito conviviale.
E’ come se cucinare sia sempre stata per me la massima espressione di uno “star bene” generale, con amici e famiglia… Massima espressione per il raggiungimento di un risultato porti piacere ed armonia.
Forse, fatico a spiegarlo, ma per me, cucinare ha sempre significato stare “insieme”.
2) Se dovesse portare a cena un amico straniero che per la prima volta viene in Italia, quale piatto tipico gli consiglierebbe?
Andrei sul sicuro: lo porterei a casa dei miei genitori e farei cucinare a mia mamma la sua “Parmigiana di melanzane”, famosa tra amici e parenti per il suo fantastico sapore.
3) A suo avviso, quale prodotto Made in Italy non è ancora sufficientemente conosciuto all’estero?
Per fortuna non me ne viene in mente nessuno. E per fortuna!
Sono davvero fiero di essere italiano, e di appartenere ad un paese, che da ogni sua regione “sforna” fantastici prodotti e materie prime in grado di renderci unici (e ripeto) unici nel mondo.
4) Riguardo al fenomeno dell’Italian Sounding, quali potrebbero essere secondo lei le soluzioni per “combatterlo”?
Io sono un cuoco, e sinceramente questa domanda mi fa un pochino rabbia… Non credo debba essere fatta a noi del settore, ma a chi dovrebbe tutelare la Ristorazione e i prodotti italiani.
5) Nei suoi deliziosi piatti riesce a fondere e ad armonizzare perfettamente la cucina del sud con quella più’ ricca del nord. Come possono queste sapori e culture diverse fondersi insieme? (My little Italian kitchen)
Questo è il segreto delle diversità: unisci due poli opposti ed il risultato sarà fantastico!
A parte questo, mi diverto moltissimo valorizzando al meglio quanto offre il territorio, e non credo esista modo migliore per farlo se non quello di unire il bello del Sud e del Nord, per creare dei piatti carismatici.
6) In quale modo crea una nuova ricetta? Inoltre, si tratta di un lavoro individuale/personale o c’è un lavoro di squadra con altri membri della brigata del suo ristorante? (Kitchen in the sand)
La creazione di ogni ricetta, ha una storia a se stante. Non ho mai un medesimo procedimento…Alcune volte mi esplode da dentro, altre volte ci lavoro per anni, alcune volte in solitaria ed altre affidandomi al confronto con i ragazzi della mia brigata. Una ricetta, è rappresentazione di emozioni, questo nel mio caso, non può essere predefinito o seguire un ritmo standardizzato: deve essere istinto.
7) Quale è (se c’è mai stata) una ricetta italiana che non è mai riuscito a fare o perché non gli è congeniale o perché ha provato, ma gli è venuta male? (Pepe Rosso in Cucina)
Ancora la devono inventare ☺ ☺
8) Escludendo il suo, ha un ristorante preferito in Italia? E all’estero? (Kitchen in the sand)
Non vorrei essere ripetitivo, ma il posto in cui apprezzo al meglio la cucina, è a casa dei miei genitori: i prodotti freschi del nostro orto, il pescato del mare, i segreti di ricette tramandate di generazione in generazione, il ricordo della mia infanzia…l’affetto sincero della famiglia, dove trovare di meglio?